Nel 1945, a termine del secondo conflitto mondiale, un guitto, originario di un paese sul mare del meridione d’Italia, è costretto per sopravvivere a condurre una vita di espedienti. Molto distante da casa, per avverse circostanze, utilizza la sua arte e i suoi numeri per farsi apprezzare dagli abitanti di alcuni paesi d’una valle posta alle pendici dei monti.
Nel suo lungo peregrinare incontra un bambino affascinato dai suoi modi inconsueti. Nasce tra i due una sorta di rispetto reciproco che li conduce a un sentimento d’amicizia: una forma di complicità accudente all’interno di una società arcaica e spesso ostile, verso un epilogo inatteso.
Molti anni dopo, Giovanni, il bambino ormai adulto, si ritrova a ripercorrere nella vita la stessa strada intrapresa dal suo amico Franco, conosciuto da tutti come Stralunà. Il ricordo di quello scavalcamontagne rimasto indelebile nel cuore di Giovanni, lo condurrà a scegliere di cambiare la sua vita: lasciando il suo luogo d’origine per intraprendere il mestiere dell’attore all’interno di una compagnia teatrale di giro.