INTERFERENZE

illustrato da Monica Pizzo

Monica, realizzando questa grande tela (di due metri di lunghezza per uno di altezza) è riuscita a cogliere l’essenza della storia e l’animo dei personaggi attraverso i loro sguardi: lancinanti spesso, come a volte accade nei luoghi rurali e nei borghi più decentrati; dove una comunità intera sa farsi forza nelle avversità e altrettanto bene riesce a contrastarsi nella stretta convivenza. Nella tela si scorge il vecchio andare oltre gli occhi indagatori dei molti volti schierati da cui trapelano pensieri e giudizi, guarda al cuore del ragazzo che contraccambia il suo sguardo. Mentre gli astanti si preoccupano appena di sussurrare attraverso un pesante silenzio il disagio di un ragazzino difficile e di un vecchio ferito; i due protagonisti del racconto si incontrano, cambiano atteggiamento e ritrovano speranza nella vita. Monica ha saputo andare oltre i limiti della storia, scomponendo la sua opera in singoli fotogrammi: procedendo per lampi ispirati; creando un microcosmo di nuovi contenuti che mi ha affascinato e commosso, come mi accade sempre quando osservo tutta la sua opera e di questo gliene sono profondamente grato.
Il soggetto da cui è partita nella sua scarna interezza è il seguente… il titolo è nato successivamente: suggerito dal suo lavoro in corso d’opera.

I genitori di un ragazzino non vanno più molto d’accordo; colpito dalla situazione il figlio si chiude in una sorta di mutismo e medita una reazione: fugge di casa. A scuola e nel vicinato in molti lo cercano, i genitori allertano le forze dell’ordine.

Contemporaneamente, un vecchio che vive da solo in una baita di montagna sembra intenzionato a lasciarsi andare del tutto fino a farla finita. Per pura casualità incrocia il ragazzo in fuga. Intenerito dalla situazione gli mostra ospitalità e gli offre del cibo.

Le ricerche continuano ovunque fino nei pressi della casa del vecchio che, intuito quanto sta accadendo, protegge il ragazzo: fingendo che in casa non ci sia nessuno a parte lui. Gli uomini in divisa minacciano l’uomo e non gli credono: in zona è conosciuto da tutti come un tipo strano, perciò desta inevitabili sospetti.

Il ragazzo a questo punto esce allo scoperto e difende l’uomo: ricominciando a parlare; mentre i genitori, ancora diffidenti, portano via il loro figlio. Tra l’anziano signore e il ragazzo passa uno sguardo intenso e coinvolgente: qualcosa è cambiato in tutti due i protagonisti della storia.

L’uomo ricomincia le sue attività, deciso a vivere. Una fotografia svela la presenza di un figlio nella sua vita; alcuni vecchi articoli di giornale mostrano che era morto molto giovane in un incidente causato accidentalmente dal padre che da troppi anni conviveva con il suo senso di colpa, non parlando ormai più con nessuno.

Il vecchio sorride, fa un po’ di ordine in casa e canta un motivetto tra sé. Come se lo sentisse in lontananza, il ragazzo guarda la montagna e sorride a sua volta. La canzone del vecchio potrebbe diventare il motivo musicale del film sui titoli di coda a chiudere.